La
lotta integrata è una pratica di difesa delle colture che prevede una drastica riduzione dell'uso di fitofarmaci mettendo in atto diversi accorgimenti. Tra i principali, si ricordano:
- l'uso di fitofarmaci poco o per niente tossici per l'uomo e per gli insetti utili;
- la lotta agli insetti dannosi tramite la confusione sessuale (uso di diffusori di ferormoni);
- fitofarmaci selettivi (che eleminano solo alcuni insetti);
- fitofarmaci che possono essere facilmente denaturati dall'azione biochimica del terreno e dall'aria;
- la lotta agli insetti dannosi tramite le tecniche di autocidio, come la tecnica dell'insetto sterile (SIT);
- la previsione del verificarsi delle condizioni utili allo sviluppo dei parassiti, in modo da irrorare con fitofarmaci specifici solo in caso di effettivo pericolo di infezione e non ad intervalli fissi a scopo preventivo.
- la lotta agli insetti dannosi tramite l’inserimento di altri che siano loro predatori naturali e che non siano dannosi alle coltivazioni (lotta biologica);
- l’uso di varietà colturali maggiormente resistenti;
- l’uso della rotazione colturale;
- particolare attenzione ed eliminazione di piante infette.
Tale pratica agricola è piuttosto osteggiata, a causa della difficoltà di integrare interventi di agricoltura convenzionale con quelli di lotta biologica e per questo stesso motivo, risulta anche di difficile regolamentazione. In Italia, attualmente a livello legislativo la lotta integrata è gestita da ogni singola regione, le quali hanno realizzato linee guide che tengono conto delle condizioni pedoclimatiche presenti in ogni regione, le avversità che colpiscono le varie colture, e le colture presenti.
Produzione integrata e agricoltura sostenibile
L'agricoltura integrata può rappresentare un compromesso tra l'agricoltura convenzionale e quella biologica. Secondo un punto di vista che rispecchia molteplici esigenze è il modo più evoluto per realizzare l'agricoltura sostenibile per i seguenti motivi:
- ottimizza l’utilizzazione delle risorse e dei mezzi tecnici disponibili per conseguire la quantità di produzione necessaria alla richiesta nazionale ed internazionale;
- produce cibi sani e sicuri, conservando e proteggendo le risorse ambientali;
- osserva le normative nazionali e comunitarie;
- supera i concetti di lotta biologica, di agricoltura biologica, di allevamento biologico, in quanto non ancora sufficienti a soddisfare le esigenze di un'agricoltura di mercato;
- viene realizzata seguendo le linee guida indicate dai disciplinari e misurando i progressi conseguiti con sistemi di autodiagnosi delle aziende agricole.
Regolamentazione
Attualmente le normative e le linee guida che regolano l’agricoltura integrata, sono di carattere regionale e non hanno né un inquadramento nazionale né europeo. La gestione delle produzioni, le regole e i controlli sono improntati su base territoriale o, addirittura associazionistica: i disciplinari di produzione integrata sono infatti definiti dalle Regioni o altri Enti locali, oppure da Associazioni di produttori e la loro connotazione può differire molto diversi da contesto a contesto. I "prodotti integrati" sono spesso distribuiti con marchi privati di tipo commerciale.